Secondo l’ultimo rapporto di GlobalData, 2023-2027, la crescita del settore delle costruzioni a livello mondiale dovrebbe rimanere debole nel 2023, con un’espansione di appena lo 0,8%. Escludendo la Cina, il settore subirà una contrazione dello 0,1% a causa della debolezza del contesto economico e delle ulteriori sfide specifiche dell’industria globale delle costruzioni, in particolare gli elevati costi dei materiali da costruzione e la carenza di manodopera. Il rapporto rivela che nel 2022 l’industria globale delle costruzioni ha registrato un’espansione del 2,1% in termini reali (prezzi costanti), con un rallentamento rispetto alla crescita del 3,8% registrata nel 2021. La decelerazione riflette le condizioni difficili nella maggior parte dei mercati mondiali, sotto forma di un’inflazione elevata e di un inasprimento della politica monetaria che ha frenato gli investimenti.

Forte calo dell’attività negli Stati Uniti:

Escludendo la Cina, che lo scorso anno ha registrato un’espansione del 5,5%, l’industria globale delle costruzioni ha registrato un aumento di appena lo 0,6% nel 2022. Il forte calo dell’attività edilizia statunitense in termini reali è stato un fattore chiave della debolezza del risultato globale dello scorso anno, insieme al rallentamento in Europa, dove i principali mercati sono alle prese con una crisi energetica. La scarsa performance prevista per il 2023 riflette la flessione delle economie avanzate, con l’Europa nel suo complesso che dovrebbe ridursi del 2,8%, il Nord America dello 0,9% e l’Australia dell’1,5%.

La crescita nei mercati emergenti sarà positiva, ma il ritmo di crescita rallenterà al 2,4% dal 4,6% del 2022. L’industria globale delle costruzioni dovrebbe riacquistare un certo slancio di crescita a partire dal 2024, ipotizzando un miglioramento della stabilità economica globale, con un’espansione della produzione del 3,0% nel 2024 e una media annua del 4,2% nel periodo 2025-2027 .

Prospettive cupe per l’Europa occidentale:

Le prospettive per l’edilizia in Europa occidentale sono cupe, con l’attività colpita da un calo della fiducia degli investitori in un contesto di recessione economica incombente e di inflazione elevata. Alcuni mercati hanno registrato performance migliori nel 2022, con la Grecia e l’Italia che hanno registrato alti tassi di crescita, con un’attività sostenuta dai finanziamenti dell’UE, mentre altri sono stati notevolmente deboli, come la Germania, che ha subito una contrazione del 2,2%. La maggior parte dei mercati subirà una flessione nel 2023, con prospettive di crescita ostacolate dalla debole crescita degli investimenti e dai prezzi elevati dei principali materiali da costruzione e dei costi energetici, una tendenza che è stata esacerbata dall’impatto della guerra in Ucraina, data l’importanza delle forniture di materie prime dalla Russia e dall’Ucraina. L’instabilità macroeconomica di fondo ha spinto al ribasso la crescita in Nord America e, in particolare, il settore residenziale ne ha risentito pesantemente. La pressione inflazionistica sta iniziando a diminuire e la Federal Reserve sta iniziando a ridurre i rialzi dei tassi, il che fa ben sperare in una ripresa della crescita. Le prospettive per l’ultima parte del periodo di previsione sono sostenute dal rafforzamento delle prospettive per l’edilizia infrastrutturale per la gran parte del mondo .